[ Pobierz całość w formacie PDF ]
P.C.A., lui fa sempre così: cade dalle nuvole. Peter, hai con te la bussola
tascabile, vero? Perfetto, siamo a cavallo. Non dobbiamo far altro che an-
dare a nord-ovest, attraversare quel piccolo ruscello, il... come lo chiami?
Il Rapido?
Sì, ho capito disse Peter. Quello che confluisce nel Grande
Fiume al guado di Beruna, o al ponte di Beruna secondo il P.C.A.
Esatto. Lo attraversiamo e ci arrampichiamo sulla collina. Raggiun-
geremo la Tavola di Pietra... la Casa di Aslan, volevo dire... alle otto o alle
nove al più tardi. A questo punto non ci resta che sperare che re Caspian ci
offra una bella colazione.
Mmm, spero che tu abbia ragione. Io non ricordo nulla si lamentò
Susan.
Ecco il peggior difetto delle ragazze rimarcò Edmund a uso e con-
sumo di Peter e del nano. Non riescono a ficcarsi in testa una mappa o
una bella cartina.
Perché le nostre teste sono troppo piene, caro Edmund rispose
Lucy per le rime.
Per un po' tutto sembrò procedere per il meglio. A un certo punto ebbero
l'impressione di percorrere un sentiero già battuto, ma se qualcuno di voi si
intende di foreste, saprà che i viandanti trovano spesso sentieri immagina-
ri: quei viottoli, in effetti, scompaiono dopo pochi minuti, e quando si pen-
sa di averne trovato un altro (sperando sempre che sia il precedente), anche
quello svanisce nel nulla. Dopo aver concluso di essersi definitivamente
perduti, ben presto ci si rende conto che erano sentieri immaginari. Per for-
tuna i ragazzi e il nano erano abituati alla foresta e solo per pochi secondi
si lasciarono ingannare dai falsi sentieri. Procedettero lentamente per circa
una buona mezz'ora (tre di loro, quelli che il giorno prima avevano remato,
con una certa difficoltà) e infine Briscola dichiarò con un filo di voce:
Alt!
Si fermarono tutti.
Qualcuno ci segue proseguì il nano in un sussurro. Anzi, sem-
bra che proceda di pari passo con noi. Guardate laggiù a sinistra. Rima-
sero immobili ad ascoltare e a scrutare l'intrico, fin quando gli occhi co-
minciarono a far male. Mmm, meglio caricare l'arco propose Susan a
Briscola. Il nano annuì e quando gli archi furono pronti, la compagnia si
mise di nuovo in marcia.
Per alcune decine di metri procedettero sul terreno all'aperto, cercando
di tenere gli occhi spalancati. Arrivarono in un punto dove il sottobosco
era quasi impenetrabile e dovettero passare vicino all'intrico. Lo avevano
quasi superato, quando apparve qualcosa che ringhiava e mandava lampi:
era emerso fra i ramoscelli spezzati e pareva un fulmine. Lucy cadde a ter-
ra e per un attimo rimase senza fiato. Mentre cadeva sentì il sibilo di una
freccia. Quando tornò in sé vide un orso grigio, enorme e dall'aspetto fero-
ce, che giaceva esanime, trafitto da una freccia di Briscola.
In questo match il P.C.A. ti ha sconfitto, Susan. Peter fece un sor-
riso forzato. Anche lui era rimasto profondamente scosso dall'accaduto.
Io... sono stata colta alla sprovvista balbettò Susan, imbarazzata.
Temevo si trattasse di uno di quegli orsi che... insomma, un orso par-
lante. Bisogna sapere che Susan detestava uccidere.
Ecco, questo è il grande problema disse Briscola. La maggior
parte degli animali ci è nemica ed è muta. Ma ci sono ancora alcuni anima-
li parlanti. Non potevate saperlo, e d'altra parte non potevate certo aspetta-
re di capire che tipo di animale fosse questo.
Povero orso, credi che parlasse? chiese Susan.
No rispose il nano. Sono riuscito a scorgere il suo muso, e poi
ho sentito il ringhio. Voleva solo papparsi una ragazzina a colazione, ecco
tutto. E a proposito di colazione... Voi sperate che re Caspian ci offrirà
qualcosa di buono da mettere sotto i denti e non vorrei deludere le vostre
aspettative, ma all'accampamento la carne scarseggia. Guardate quest'orso:
possiamo mangiare tutta la carne che vogliamo. Sarebbe un vero peccato
abbandonarne la carcassa senza prenderne un po', e vi assicuro che l'opera-
zione non ci ruberà più di mezz'ora. Voi due, i più giovani... ehm, Vostre
Maestà, voglio dire... Insomma, sapete come si scuoia un orso?
Vieni, Lucy, andiamo a sederci più in là la invitò Susan. Stan-
no per fare qualcosa di orribile.
Lucy scosse le spalle e annuì. Quando si furono sistemate, disse: Su-
san, mi è venuta un'idea assurda.
Di che si tratta?
Non sarebbe terribile se un giorno, nel nostro mondo, gli uomini infe-
rocissero dentro, pur mantenendo un aspetto umano? Un po' come avviene
per gli animali di qui, al punto da non poter riconoscere chi è feroce?
Lucy, abbiamo già un bel daffare qui a Narnia. Non mettertici anche
tu, adesso la redarguì Susan, decisamente più pratica.
Raggiunsero il nano e i ragazzi, che nel frattempo avevano tagliato più
carne che potevano dalle parti migliori dell'animale ucciso. Certo non è di-
vertente riempirsi le tasche di carne cruda, ma cercarono di fare del loro
meglio, avvolgendo la carne nelle foglie fresche. Per esperienza, infatti,
sapevano che ben presto avrebbero cambiato idea su quell'orribile pacchet-
to molliccio, e che dopo aver camminato un po' sarebbero stati assaliti dal-
la fame.
Con molta fatica ripresero il cammino (fermandosi solo a lavarsi le mani
nel primo torrente che incontrarono), fino a che il sole si alzò e gli uccelli
cominciarono a cantare, e dai cespugli saltarono più insetti del previsto. In-
tanto la stanchezza del giorno prima, causata dal lungo remare, cominciava
a scomparire. Si sentivano meglio, erano più sollevati; poi il sole cominciò
a picchiare forte e tolsero gli elmetti.
Siamo sulla strada giusta? chiese Edmund circa un'ora più tardi.
Evitando di tenere troppo la sinistra, non possiamo sbagliare ri-
spose Peter. Se invece sbandassimo a destra, perderemmo un po' di
tempo e nient'altro: infatti ci imbatteremmo nel Grande Fiume troppo pre-
sto, anziché tagliare al gomito.
Ripresero a camminare lentamente. Nell'aria non si sentivano che il ton-
fo dei piedi e il tintinnare della maglia di ferro.
Accidenti, ma questo Rapido dov'è? chiese Edmund dopo un bel
po'.
Avremmo dovuto incontrarlo adesso rispose Peter. Non ci resta
che proseguire, comunque.
Si resero conto che il nano li guardava, ansioso. Eppure non disse una
parola.
Ripresero il cammino e le cotte di maglia diventarono caldissime e pe-
santi.
Ma che diavolo?... esclamò Peter all'improvviso. Senza rendersene
conto erano arrivati in cima a un burrone da cui si scorgeva una gola con
un fiume che scorreva sul fondo. Da un lato della gola, le rocce erano più
alte. Il problema era che nessuno di loro, a parte Edmund, sapeva scalare
una roccia...
Mi dispiace, è colpa mia ammise Peter. Vi ho portati nella di-
rezione sbagliata e ci siamo perduti. Non sono mai stato qui prima d'ora.
Il nano emise un lungo fischio.
[ Pobierz całość w formacie PDF ]